Disce Gaudere

Hoc ante omnia fac, mi Lucili: disce gaudere.
Lucilio mio, prima di ogni altra cosa: impara a gioire.
[Epistulae Morales ad Lucilium, Seneca]

Il viaggio nel Mondo Sottile è un’avventura affascinate ma non priva di pericoli.
Coloro che ricercano una dimensione altra rispetto alla realtà particellare e fisica, devono talvolta fare i conti con una gamma di emozioni per cui non esistono nomi e alle quali non siamo addestrati.
Intraprendere una percorso di riscoperta spiritualistica delle radici ancestrali implica il disvelamento di movimenti dell’anima che possono presentarsi come violenti e improvvisi, veri e propri squarci nel tessuto cognitivo ordinario. Attimi di bellezza totalizzante e annichilente che si manifestano con fiammate, i quali lasciano ammaliati e storditi.
I canali di percezione vengono letteralmente investiti e violentati da sensazioni tanto intense quanto ignote. La difficoltà non risiede nella sperimentazione vera e propria dell’estesi, ma in ciò che segue. Nessuno ci insegna a vivere dopo un’epifania, nessuno ci spiega come gestire una simile esperienza. Se ci si apre a un certo modo profondo di sentire, il rischio di rimanere schiacciati da un’ondata di questa portata è alto. Rifiuto della realtà normalmente percepita, tentazione di rivivere e dilatare la catarsi, perdita di significato delle attività ordinarie.

Le Piccole Morti

Personalmente chiamo queste esperienze le “Piccole Morti“, attimi di apogeo che -per la forza con cui si manifestano- generano terra bruciata e l’impossibilità che si concepisca un seguito, un prosieguo dell’esistenza. È un concetto complesso da veicolare e temo possa essere compreso solo per via empirica, ma si tratta di avvenimenti reali e potenti. Ci si gonfia di magnificenza, si irradia pura felicità, fino a scoppiare per esaurimento.
Ricerche di stampo misterico ed esplorazioni del territorio metafisico portano a incappare nelle Piccole Morti, soprattutto se ci si espone -volontariamente o meno- in modo non filtrato a determinate occorrenze quando non si possiede la maturità emotiva necessaria per metabolizzarle.
Per questo è importante imparare a gioire. Ed è bene non solo imparare a sperimentare la gioia e a riconoscerla, ma soprattutto apprendere come gestirla.
La sofferenza non deriva dall’attimo di estasi e di meraviglia, ma dalla difficoltà nel lasciarlo andare. Nel volerlo perpetuare ed estremizzare.
È cruciale accettare queste manifestazioni e accoglierle, senza avere però l’illusione di poter rendere quella dimensione alterata la nostra dimora fissa. Abbracciandone con gratitudine l’arrivo e separandosene pacificamente. Il prezzo da pagare, in caso contrario, è ritrovarsi sfiniti e martoriati da una sequela di esperienza eccessive.
Nel Mondo Sottile è necessario imparare come lasciarsi investire da questi fasci di luce momentanei e a celebrarli senza attaccamento, affinché le Piccole Morti si possano traslare in Piccoli Risvegli.
Disce gaudere. Senza esasperazione, senza scivolare verso l’estinzione.
Con amore, rispetto, avendo cura di te. Impara a gioire.

Alessandra di Nemora

2 commenti su “Disce Gaudere”

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