La Cisterna di Servio Sulpicio Galba a Frascati

Frascati e le sue terrazze che si sporgono su Roma. Frascati che al tramonto si accende e lascia che le fiamme lambiscano la facciata di Villa Aldobrandini. Frascati e i suoi vicoli che odorano di pizza al taglio appena sfornata. Villa Torlonia, rifugio d’ombra. La fermata degli autobus in Piazza Marconi gremita di studenti. La Cattedrale di San Pietro che veglia sul viavai. La sonnolenta stazione ferroviaria. Il Palazzo Vescovile, anacronismo circondato da locali in continuo ricambio. Le fraschette, chiassose e animate nelle sere d’estate.
Ma anche Frascati e la sua identità più antica, di cui oggi vi sveleremo un angolino parlando della cisterna annessa alla villa di Servio Sulpicio Galba.

Ingresso della cisterna

Dove si trova

La cisterna di Galba fa parte di quella tipologia di luoghi che personalmente adoro visitare, perché si svelano nei punti che meno ti aspetteresti.
In questo caso siamo esattamente dietro l’edificio della ASL di Frascati, in via Enrico Fermi, nei pressi di Villa Campitelli. Sapevo che vi fosse un’ipogeo da queste parti e quando ho deciso provare a scovarlo mi sono ritrovata invischiata in una fitta maglia di rovi all’interno di un terreno privato, seguendo un’intuizione completamente sbagliata.
Ho trovato l’ingresso in maniera completamente casuale, mentre tornavo -demoralizzata- verso la mia auto. Era talmente semplice da individuare da essermi sfuggito, eppure eccolo lì: si scorge chiaramente la sommità della costruzione e la bocca nera che funge da accesso.

Struttura, dimensione e materiali

Si abbassa la testa, si varca la soglia e ci si ritrova all’interno della cisterna.
Inizialmente non si ha una visione chiara delle sue dimensioni reali, ma puntando la torcia in lontananza ci si rende conto della profondità sconcertante, tanto da non riuscire a illuminarne il fondo senza avanzare oltre.
L’ambiente ha forma quadrata, più di 36 metri per lato, ed è circoscritto da un muro perimetrale di 60 centimetri. L’aspetto più suggestivo è dovuto indubbiamente ai 25 mastodontici pilastri che sostengono il soffitto con volte a crociera: aventi 1,20 metri di ampiezza per lato, alti fino a 5 metri e mezzo, sono distribuiti in formazione 5×5. Immersi nella penombra, sembrano tante silenziose querce secolari.
La cisterna è scavata nel tufo ed è rivestita internamente in cocciopesto (malta idraulica impiegata come impermeabilizzante ) ancora perfettamente visibile e in parte staccatosi dalle pareti.
Nel soffitto sono individuabili i pozzi per attingere l’acqua dalla superficie, successivamente chiusi, utilizzati per un lasso di tempo come discarica dal terreno sovrastante (si notano ancora gli accumuli di terra sul suolo del locale).
L’imponenza della struttura le è valso il soprannome di “Piscina Mirabilis di Frascati“, sulla scorta dell’originale Piscina Mirabilis situata a Bacoli, nell’area dei Campi Flegrei, cisterna monumentale di età augustea che aveva la funzione di approvvigionare di acqua le navi appartenenti alla Classis Misenensis della Marina militare romana, un tempo ormeggiata nel vicino porto di Miseno.

Un po’ di storia

La cisterna di Frascati risale al I secolo d.C. e fu realizzata per rifornire la vicina Villa dei Sulpici all’epoca di Servio Sulpicio Galba (Terracina, 24 dicembre 3 a.C. – Roma, 15 gennaio 69), sesto imperatore romano e successore di Nerone. E, a dirla tutta, Galba non fu un granché come imperatore.
Iniziò la sua carriera politica come pretore nel 33 d.C. e fu poi console nel 39 d.C. In seguito, svolse la funzione di governatore della Germania Superiore dal 41 al 42 d.C.  e fu proconsole d’Africa dal 45 al 47 d.C.
Nel 60 d.C. venne nominato governatore della Spagna Tarraconense, dove si guadagnò la stima delle legioni stanziate nella regione. Nel 68 d.C., le legioni della Spagna Tarraconense si ribellarono all’imperatore Nerone e proclamarono Galba come nuovo sovrano: entrò a Roma il 28 ottobre del 68 d.C. e fu riconosciuto imperatore dal Senato.
Il suo regno fu breve e tumultuoso. Galba era un uomo anziano e severo, inviso al popolo romano. Inoltre, le sue politiche economiche erano impopolari tra le classi più povere. Dopo appena sette mesi di governo fu deposto e assassinato dai pretoriani, i quali portarono la sua testa in processione, mostrando con orgoglio le mani insanguinate. Il corpo dell’ormai ex imperatore rimase, invece, per molte ore abbandonato e fu straziato orribilmente, finché Argio, suo liberto e amministratore del patrimonio, riuscì a dargli un’umile sepoltura nei giardini privati; la testa, che alcuni inservienti avevano innalzato sulle aste e sfregiato davanti al tumulo di Patrobio, il liberto di Nerone condannato a morte da Galba, fu ritrovata il giorno dopo e ricongiunta al corpo già cremato.
Con questo episodio cruento si aprì l’anno dei quattro imperatori, che dopo Servio Galba vide avvicendarsi rapidamente sul trono Marco Salvio Otone, Aulo Vitellio e Flavio Vespasiano. Quest’ultimo, nel 70 d.C., pose fino alle guerre civili e inaugurò la dinastia Flavia, fase di stabilità politica e ripresa economica per l’Impero Romano.

Curiosità

La peculiarità principale della cisterna di Galba risiede proprio nelle sue dimensioni, decisamente superiori a quelle delle cisterne a uso di ville nobiliari in epoca romana e più affine a un bacino per l’approvvigionamento di un centro abitato.

Un’altra curiosità riguarda l’(unica) incisione Ottocentesca che ci restituisce una ricostruzione storica della cisterna. Nel corso delle ricerche sono incappata in due versioni lievemente diverse di quello che palesemente è lo stesso soggetto. Dov’è il problema? Le fonti consultate riportano non solo due autori diversi, ma attribuiscono anche due diverse denominazioni alla struttura in oggetto.

Di seguito abbiamo la riproduzione attribuita all’abate Angelo Uggeri (Gersa 1754 – Roma 1837). Pare appartenga a una delle 24 incisioni che compongono la parte dedicata a Tusculum del suo lavoro “Vues pittoresques des edifices de Rome antique et ses environs” realizzato tra il 1793 e il 1810.

La seguente, invece, è attribuita all’incisore Agostino Tofanelli (Lucca 1768 – Roma 1834), è stata realizzata nel 1833 e riporta in didascalia “Vivarium de Lucullus”.

Per ragioni di cronologia sono portata a pensare che l’opera di Tofanelli sia una riproduzione dell’incisione di Uggeri, quello che colpisce è la denominazione “Vivario di Lucullo” utilizzata dal primo artista per connotare il soggetto.
Intanto, chiariamo che per “vivario” si intendeva uno spazio dedicato all’allevamento di animali selvatici. La pratica era comune anche per far riprodurre in cattività i pesci o per mantenerli in vita a seguito della loro cattura: in questo caso si parla vivarium piscium o piscina.
Le vasche utilizzate per l’itticoltura si suddividevano in due categorie: quelle di acqua dolce (piscinae dulces) e quelle di acqua salata (piscinae salsae o maritimae). La gestione delle prime era affidata a individui comuni e la vendita dei pesci era destinata alle classi più povere; le seconde, invece, erano di proprietà di persone di alto rango e, oltre a fungere da status symbol, rappresentavano anche una fonte di profitto in quanto le specie marine erano considerate molto più pregiate e, dunque, estremamente costose.
La pratica dell’acquacoltura era già ben nota fin dagli inizi del I secolo a.C., quando Sergio Orata (soprannominato così, pare, proprio per la sua passione per le orate) istituì i primi allevamenti di ostriche nella sua villa a Baia, nel golfo di Napoli. Successivamente, i Romani popolarono le piscine artificiali e i laghi naturali con diverse specie di pesci. Tra le specie più apprezzate vi erano l’anguilla e la triglia di mare, il tonno e la murena; particolarmente pregiati erano la sogliola, l’orata e il rombo. Anche i frutti di mare costituivano una prelibatezza e venivano consumati sia crudi che cotti.
Il dato rilevante, in base a quanto riscontrato nelle analisi archeologiche, è che in ogni caso si trattava di vere e proprie vasche contingue o laghetti, niente a che vedere con una struttura simile a quella di Frascati.

Vasche per l’allevamento ittico ad Almuñécar (Spagna, provincia di Granada)

Ad ogni modo, Lucullo possedeva effettivamente una Villa sul territorio della odierna Frascati: nel luogo in cui sorgeva la villa si erge attualmente la chiesa di Santa Maria in Vivario. Il nome vi evoca qualcosa? Esatto, “in vivario”, in quanto edificata nella zona corrispondente al vero Vivarium di Lucullo.

C’è un’altra anomalia interessante da notare in merito alle incisioni: avete contato il numero di pilastri nelle file all’interno dell’immagine? Sono sette! Se ricordate bene, qualche paragrafo fa abbiamo detto che la Cisterna di Galba ha 25 pilastri, distribuiti in file da 5×5.

Insomma, c’è più di qualcosa che non torna in queste incisioni. Indubbiamente rappresentano una cisterna (per buona pace di Tofanelli), ma siamo certi che sia quella di Galba a Frascati?
A tal proposito sarebbe interessante consultare il testo di Uggeri ma, ahimè, non sono riuscita a reperirlo: se avete ulteriori informazioni sul tema fatemi sapere.

Gironzolando nei dintorni, inoltre, sono incappata nel rudere che trovate nella seguente foto, circondato da rovi. Non so esattamente quale fosse la sua funzione, ma -per prossimità- potrebbe essere un altro elemento della Villa dei Sulpici.

Conclusioni

Camminare nella vasta sala ipostila è come addentrarsi in una foresta scura e silenziosa sul fondale marino.  I rumori dell’esterno sono attuti dal muro che da millenni separa questo ambiente dalla luce del sole. I dettagli architettonici si svelano man mano che si procede alla luce della torcia.
Poi c’è quell’odore tipico, pungente ma gentile, degli ipogei antichi. Una sorta di carezza fredda e umida.  Rimarresti qui per ore, ad aggirarti fra i pilastri, osservando la pioggia che batte sulla superficie, fino ad udire lo sciabordio delle acque contro il soffitto. Fino a guardare la luce del mattino filtrare dai pertugi sulle pareti e perforare quel piccolo, prezioso, abisso.

Alessandra

P.S. per un tour completo della Cisterna (e per scoprire tanti altri luoghi affascinanti nei Castelli Romani) vi consiglio il video di Alessandro, curatore del Canale YouTube In Tenebris:

 

Risorse e riferimenti:

  • https://www.romanoimpero.com/2020/09/frascati-lazio.html
  • https://www.sotterraneidiroma.it/sites/piscina-mirabilis-di-frascati
  • https://www.romanoimpero.com/2018/10/le-ville-tuscolane-lazio.html
  • https://www.info.roma.it/monumenti_dettaglio.asp?ID_schede=6896
  • https://www.info.roma.it/monumenti_dettaglio.asp?ID_schede=6895
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_romana_(68-69)
  • https://www.treccani.it/enciclopedia/servio-sulpicio-galba/
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Galba
  • https://www.romanoimpero.com/2009/07/galba-68-69.html
  • https://www.romanoimpero.com/2012/11/vivaria-romani.html
  • https://www.liceogullace.edu.it/pannelli/pannello-4/lallevamento-dei-pesci/
  • https://archeoclubtorre.altervista.org/blog/allevamento-e-consumo-del-pesce-antica-roma/