Ā«Where is everybody?Ā».
Enrico Fermi ā 1950, Los Alamos
Forse avete giĆ sentito parlare dellāequazione di Drake, ovvero il calcolo matematico mediante il quale lāastrofisico Frank Drake cercĆ²Ā di calcolare le probabilitĆ dellāesistenza di una civiltĆ extraterrestre nella nostra galassia, la Via Lattea.
Non si trattava di una stima reale, quanto piuttosto di un esercizio di stile finalizzato a stimolare la conversazione scientifica sul tema nellāambito del Progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence; 1961). Lāequazione mette in rapporto fattori come il tasso medio annuo con cui di formano nuove stelle in una data galassia con il numero di pianeti che in media possiede una stella e interseca questi dati con una serie di valori come la frazione del numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di ospitare forme di vita e altri elementi. Applicando lāequazione di Drake alla Via Lattea, il risultato minimo che otteniamo ĆØ 12.600 (qui trovate anche un simpatico calcolatore). Escludendo la Terra, al di lĆ del sistema solare, si celerebbero dunque altre 11.599 civiltĆ .
Secondo la stima piĆ¹ recente a nostra disposizione, lāuniverso conterebbe circa 200 miliardi di galassie. Se ognuna di esse ospitasse 12.600 civiltĆ , saremmo tecnicamente circondati da un numero pari a 2.52e+15 Ā ( ovvero 2.520.000.000.000.000, cifra che oggettivamente non saprei leggere ad alta voce) di forme di vita extraterrestre. Incredibile, non ĆØ vero?
Ecco, qui entra in gioco lāasso nella manica di qualsiasi razionalista: il cosiddetto āparadosso di Fermiā.
Uscire dal Paradosso di Fermi
Mentre lavorava neiĀ laboratori di Los Alamos, nel New Mexico,Ā nel 1950, alla mensa del laboratorio Enrico Fermi prese parte a una conversazione con alcuni colleghi. La discussione era partita da un recente avvistamento diĀ UFOĀ riportato dalla stampa, preso in giro da una vignettaĀ satirica. La conversazione si incentrĆ² sulla probabilitĆ Ā diĀ entrare in contattoĀ con forme diĀ vitaĀ intelligenteĀ extraterrestre, finchĆ© improvvisamente Fermi esclamĆ²: Ā«E allora dove sono tutti quanti?Ā»In sostanza, dato l’enorme numero di stelle nell’universo osservabile, ĆØ naturale pensare che la vita possa essersi sviluppata in un grande numero di pianeti e che moltissime civiltĆ extraterrestri evolute siano apparse durante la vita dell’universo. Da tale considerazione, perciĆ², nasce la domanda di Fermi:
Ā«Se l’Universo e la nostra galassia pullulano di civiltĆ sviluppate, dove sono tutte quante?Ā»
PerchƩ, a conti fatti, non abbiamo prove certe nƩ di trasmissioni radio, nƩ di sonde o navi spaziali che abbiano visitato il pianeta Terra.
Le vie dāuscita da questo vicolo cieco sono due:
- Le intuizioni e le stime come quelle di Drake sono errate: siamo soli nellāuniverso.
A tal proposito vale la pena citare la teoria del Grande Filtro, definito nel 1998 dall’economista statunitenseĀ Robin Hansoncome una sorta di barriera che inibisce lo sviluppo diĀ civiltĆ extraterrestriĀ durevoli nel tempo. Hanson ipotizza che il nostro fallimento nel reperire civiltĆ extraterrestri nell’universo osservabileĀ implichi la possibilitĆ di un errore all’interno delle varie teorie scientifiche secondo le quali ĆØ probabile lo sviluppo di vita intelligente avanzata; questa osservazione ĆØ concettualizzata nei termini di un “grande filtro”, che riduce il grande numero di luoghi dove la vita intelligente potrebbe formarsi al piccolo numero di civiltĆ avanzate attualmente osservate (al momento solo una, quellaĀ umana). Questo meccanismo, che potrebbe trovarsiĀ nel nostro passatoĀ oĀ nel nostro futuro, potrebbe funzionare come una barriera all’evoluzione della vita intelligente, oppure come un’alta probabilitĆ di autodistruzione di questa.Ā La principale conclusione di questa teoria ĆØ che, tanto piĆ¹ ĆØ stato facile per la vita evolversi fino al nostro stadio presente, tanto piĆ¹ sono scarse le nostre possibilitĆ di sopravvivere in futuro. - La nostra osservazione/comprensione dei dati ĆØ incompleta.
Semplicemente non abbiamo informazioni sufficienti per comprendere un fenomeno cosƬ complesso. Questi dati non sarebbero in nostro possesso in quanto i nostri mezzi scientifici sono ancora troppo limitati per interpretare o decodificare un messaggio extraterrestre o rilevare la presenza aliena sulla Terra.
Il “Complotto” e i progetti di studio
In realtĆ esiste anche una terza opzione, abbracciata dai sostenitori della presenza aliena nei nostri cieli: abbiamo abbondanti prove dellāesistenza della vita extraterrestre, ma queste vengono sistematicamente insabbiate dagli organismi militari e di sicurezza delle nazioni del pianeta.
A che scopo occultare queste informazioni? Evitare che si diffonda il panico nella popolazione, paura che questo possa minare il sistema di credenze fondamentali su cui si basa la convivenza Umana, terrore che le religioni e le istituzioni possano collassare. Oppure, forse, interesse.
Molta di questa speculazione ĆØ incendiata da un fatto fondamentale: nel corso del Novecento sono stati diversi i programmi di indagine sul fenomeno UFO prima pubblicamente negati e poi desecretati da parte degli governo degli Stati Uniti. Parliamo non solo degli storici progetti Sign, Grudge e Blue Book, ma anche di indagini condotte nellāultimo ventennio e per le quali sono state stanziati diverse decine di migliaia di dollari di fondi (segnalo questo podcast molto interessante sul tema).
E non dimentichiamoci del documento ufficiale rilasciato dallāintelligence americana nel 2021, in qui si ammette esplicitamente di aver osservato alcuni UAP (Unidentified Aerial Phenomena, non si poteva ricorrere al termine āUFOā per questioni di credibilitĆ , fondamentalmente) inspiegabili e non riconducibili a velivoli progettati dallāuomo o fenomeni naturali.
Insomma, il governo statunitense ha sempre avuto un atteggiamento molto ambiguo sul tema ed esempi non troppo difformi, seppur in scala con ridotta risonanza mediatica, sono rintracciabili in diverse nazioni del mondo.
Queste evidenze collaterali sono suffragate da numerosissimi avvistamenti di UFO a opera dei civili di tutto il mondo. Lo stesso Giulio Andreotti, a seguito dellāondata di avvistamenti del 1978, designĆ² lāAeronautica Militare come organismo preposto alla verifica e al monitoraggio delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati (OVNI). Nellāapposita pagina web del corpo militare ĆØ possibile visionare le statistiche ufficiali delle segnalazioni degli ultimi 20 anni.
Il tema, dāaltro canto, ĆØ di notevole importanza per la sicurezza di qualsiasi Paese. Lāidea di rilevare nei propri cieli dei velivoli di natura non specificata non fa piacere a nessuno. Che si tratti di alieni o di mezzi appartenenti a potenziali nazioni ostili.
Di fatti, ricordo che con āUFOā (o āUAPā, che dir si voglia) non si indentifica necessariamente una nave spaziale proveniente da mondi lontani, ma semplicemente si vuole designare lāosservazione di un oggetto o di un fenomeno di origine non chiaramente definita.
Non sorprende lāidea che i vari organismi Militari possano essere riluttanti nellāammettere di non aver pieno controllo di quello che avviene nelle proprie rotte aeree.
Attualmente non ĆØ eccessivo sostenere lāesistenza di una sorta di tabĆ¹ circa il fenomeno UFO. Gi appassionati e i cultori passano inevitabilmente per svitati e questo stigma sociale, purtroppo, inficia lāinstaurazione di un dialogo serio e acritico sulla tematica in oggetto.
Tuttavia, in questo clima, sorprendentemente cāĆØ un organismo -o meglio, uno Stato- che non si ĆØ mai tirato indietro dal confrontarsi sul tema, anzi, talvolta alcune delle sue voci piĆ¹ autorevoli sembrano essersi esposte fin troppo. Parliamo del Vaticano.
La Specola Vaticana
Potremmo disquisire a lungo del rapporto fra Vaticano e astronomia e di come, nel corso della storia, questa relazione non sia sempre stata armoniosa (Galileo Galilei avrebbe qualcosa da dire al riguardo).
Sono tante le testimonianze di questo rapporto radicato nei secoli e fu lāistituzione della Specola Vaticana a opera di Gregorio XIII nel Cinquecento a sancire definitivamente questa unione.
Tuttora ĆØ proprio il territorio dei Castelli Romani a ospitare una delle sedi storiche della Specola Vaticana, lāOsservatorio adiacente al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, presidiato da sempre dai padri Gesuiti. Lāosservatorio venne spostato da Roma ai Colli Albani nel 1935 in quanto il crescente inquinamento luminoso della Capitale rendeva sempre piĆ¹ ostiche le attivitĆ di ricerca e osservazione della volta celeste. La nuova struttura fu dotata dei mezzi piĆ¹ potenti, con una cupola girevole di 8,5 metri per il nuovo rifrattore visuale, e un’altra cupola di 8 metri per ospitare un moderno doppio astrografo, dotato di uno spettrografo per la ricerca astrofisica. Vennero inoltre installati laboratori di spettroscopia per lo studio dei numerosi meteoriti collezionati dalla Specola e un’ampia biblioteca. Nel 1965 fu installato un Centro di Calcolo per ospitare i computer necessari alle sempre piĆ¹ avanzate ricerche astrofisiche.
Negli anni settanta lo stesso problema che aveva costretto la Specola a trasferirsi da Roma a Castel Gandolfo si ripresentĆ² con l’aumento dell’illuminazione artificiale della cittadina e delle aree limitrofe. Sotto la direzione di George Coyne, la Specola avviĆ² la ricerca di una sede per ospitare un nuovo osservatorio, optando infine per lāArizona, nel 1980. Attualmente sulla cima del Monte Graham, luogo sacro alla tribĆ¹ nativa degli Apache, troviamo il grandioso telescopio Lucifer (acronimo di Large Binocular Telescope Near-ifrared Utility with Camera and Integral Field Unit for Extragalactic Research, non pensate male).
Lāunica attivitĆ di ricerca ancora svolta nellāosservatorio di Castel Gandolfo riguarda lo studio delle proprietĆ dei meteoriti gelosamente conservanti nella Specola.
Gli UFO e la Santa Sede
ChissĆ , magari sarĆ capitato anche a voi di indicare, percorrendo i tornanti che conducono al Lago Albano oppure da uno dei punti panoramici del Monte Tuscolo, la cupola bianca che svetta sui tetti di Castel Gandolfo e spiegare la natura di quellāedificio dalla forma inusuale.
Quello che forse invece non sapevate ĆØ che diversi funzionari del centro astronomico pontificio si sono espressi sul tema UFO e vita extraterrestre.
Cito il seguente estratto da unāintervista, pubblicata dallāOsservatore Romano il 14 maggio 2008, di Francesco M. Valiante a padre JosĆ© Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana dal 2006 al 2015:
Ma nellaĀ GenesiĀ si parla della terra, degli animali, dell’uomo e della donna. Questo esclude la possibilitĆ dell’esistenza di altri mondi o esseri viventi nell’universo?
A mio giudizio questa possibilitĆ esiste. Gli astronomi ritengono che l’universo sia formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali ĆØ composta da cento miliardi di stelle. Molte di queste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si puĆ² escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove? C’ĆØ un ramo dell’astronomia, l’astrobiologia, che studia proprio questo aspetto e che ha fatto molti progressi negli ultimi anni. Esaminando gli spettri della luce che viene dalle stelle e dai pianeti, presto si potranno individuare gli elementi delle loro atmosfere – i cosiddettiĀ biomakersĀ – e capire se ci sono le condizioni per la nascita e lo sviluppo della vita. Del resto, forme di vita potrebbero esistere in teoria perfino senza ossigeno o idrogeno.Si riferisce anche ad esseri simili a noi o piĆ¹ evoluti?
Ć possibile. Finora non abbiamo nessuna prova. Ma certamente in un universo cosƬ grande non si puĆ² escludere questa ipotesi.E questo non sarebbe un problema per la nostra fede?
Io ritengo di no. Come esiste una molteplicitĆ di creature sulla terra, cosƬ potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perchĆ© non possiamo porre limiti alla libertĆ creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come “fratello” e “sorella”, perchĆ© non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della Creazione.E per quanto riguarda la redenzione?
Prendiamo in prestito l’immagine evangelica della pecora smarrita. Il pastore lascia le novantanove nell’ovile per andare a cercare quella che si ĆØ persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si ĆØ fatto uomo in GesĆ¹ per salvarci. CosƬ, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non ĆØ detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore.Insisto:Ā se invece fossero peccatori, sarebbe possibile una redenzione anche per loro?
GesĆ¹ si ĆØ incarnato una volta per tutte. L’incarnazione ĆØ un evento unico e irripetibile. Comunque sono sicuro che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilitĆ di godere della misericordia di Dio, cosƬ come ĆØ stato per noi uomini.
Consiglio anche la lettura di questa interessante intervista dellāAvvenire a padre Guy Colomagno, gesuita, astrofisico, direttore della Specola Vaticana dal 2015 (tuttora in carica, nel 2022 n.d.r) nonchĆ©ā¦ parte del comitato scientifico del gruppo SETI, il programma per la Ricerca di Intelligenza Extraterrestre.
Ma non finisce qui. Durante il pontificato di Benedetto XVI, nel 2009, si ĆØ tenuto in Vaticano un convegno sulle ipotetiche altre forme di vita nellāUniverso. Durante lāevento, il Ā Gesuita Padre Reyna,Ā astronomo e professore di fisica allāUniversitĆ del Salvador a Buenos Aires, ha riportato quanto segue:
Gli UFO sono oggetti reali le cui strutture, velocitĆ e traiettorie sono state fotografate e registrate dai radar. Da due degli Osservatori della Santa Sede molte volte ho seguito le evoluzioni degli UFO. Quasi sempre seguivano dei satelliti o dei missili ma sempre a una certa distanza come per non disturbarli con il loro campo magnetico. Quando i satelliti entrano nel cono dāombra della Terra essi spariscono, invece gli UFO rimangono luminosi e cambiano generalmente rotta a velocitĆ fantastiche. Una notte per la prima volta al mondo abbiamo seguito uno di essi al telescopio.
Questo lungo prologo ci conduce a quella che ĆØ la vicenda centrare di questo articolo, una storia incredibile e che vede co-protagonista un testimone dāeccezione: il segretario di papa GiovanniĀ XXIII, il papa buono.
L’incontro ravvicinato di papa Giovanni XXIII
Siamo nel 1961, esattamente 7 anni dopo āLāondata degli avvistamenti UFO nellāautunno 1954ā.
Durante i mesi di settembre, ottobre e novembre del ā54, di fatti, fioccarono letteralmente segnalazioni di oggetti volanti non identificati in tutta Europa e lāItalia non fece eccezione.
Gli eventi ufficialmente registrati nel nostro paese furono i seguenti:
- 27 ottobre: avvistamento di UFO a Firenze, la manifestazione del fenomeno distolse lāintero pubblico dello Stadio Franchi al punto da richiedere la sospensione della partita di calcio Fiorentina-Pistoiese;
- 28 ottobre: a Roma, poco prima del crepuscolo, numerosi cittadini videro in cielo un UFO, che fu osservato anche dall’ambasciatore USA in Italia, Clare Boothe Luce. Come avvenuto il giorno precedente a Firenze, anche a Roma si verificĆ² la caduta di bambagia silicea (sostanza appiccicosa e filamentosa di colore bianco che cadrebbe dal cielo sia in concomitanza di avvistamenti UFO sia in presenza di apparizioni della Vergine Maria);
- 6 novembre: a Roma diversi cittadini, tra cui il console e ufologo Alberto Perego, osservarono una formazione di piccoli globi luminosi sopra la CittĆ del Vaticano.;
- 14 novembre: alcuni UFO vennero osservati a Gela, in Sicilia; anche in questo caso si verificĆ² la caduta di bambagia silicea.
Ma quel luglio del 1961, mentre Monsignor Loris Capovilla e il pontefice Angelo Roncalli camminavano sotto un cielo terso nei Giardini Pontifici di Castel Gandolfo, nulla lasciava presagire che di lƬ a poco si sarebbe verificato un fatto straordinario. Capovilla ĆØ stato segretario particolare di Giovanni XXIII dal 1953 al 1963, anno della morte del papa, e oltre a organizzare tutti i suoi incontri e a coadiuvarlo nelle liturgie piĆ¹ solenni, ĆØ stato anche e soprattutto suo fidato confidente.
Per molto tempo Capovilla ha serbato per sĆ© la memorie di quel giorno dāestate, finchĆ© a distanza di quasi due decenni dalla scomparsa di Roncalli, nel 1985, decise di condividere quanto accaduto e la notizia, ripresa dal quotidiano inglese The Sun, fa rapidamente il giro del pianeta.
Queste sono le sue parole:
Ā«Camminavamo con il ago a pochi passi, uno accanto allāaltro, come due amici, come avevamo fatto tante volte in quegli splendidi pomeriggi dāestate. Come persone qualsiasi che hanno voglia di starsene un poā in disparte, fuori dalla routine quotidiana. A un tratto, sopra le nostre teste apparvero luci colorate, arancio, ambra, azzurro e poi accadde lāimponderabile che ĆØ difficile da raccontare: le luci si fermano per qualche minuto sulle nostre due figure che camminano fianco a fianco, poi avvenne il contatto. Una delle astronavi si stacca dallo stormo e atterra nel lato sud del giardino. Il portellone si apre e dalla carlinga esce fuori qualcosaĀ».
Ć Ā«assolutamente umanoĀ», riferirĆ Capovilla, solo che ha una luce intorno che lo avvolge. Caddero entrambi in ginocchio, poi Roncalli si alzĆ² e senza esitare andĆ² verso ālāessereā, quellāentitĆ assolutamente umana avvolta da una luce tenue, penetrante.
Parlarono per circa venti minuti ma Capovilla non poteva sentire quelle voci: Ā«non sentii nullaĀ» ma parlavano tra di loro, gesticolavano. Parlarono per ben ben venti minuti poi lā āessereā voltĆ² le spalle e se ne ritornĆ² sullāastronave che ripartƬ. Ā«Roncalli mi guardĆ² e pianse. Quando ritornĆ² verso di me ā prosegueĀ Capovilla ā mi disse: āI figli di Dio sono dappertutto. Anche se a volte abbiamo difficoltĆ a riconoscere i nostri stessi fratelliāĀ».
Il Monsignore non volle tornare mai piĆ¹ sullāargomento e la sua morte, nel 2016, si ĆØ portata via uno dei capitoli piĆ¹ sconcertanti del Vaticano, origine di titubanze e perplessitĆ allāinterno della stessa Santa Sede. Ć doveroso riportare come alcune fonti, fra le quali il quotidiano La Domenica del Corriere, ci riferiscano che giĆ Papa Pio XII fu testimone dell’avvistamento di un UFOĀ nell’ottobre del 1950, mentre stava passeggiando in quegli stessi giardini del Vaticano. L’oggetto, visto in tre differenti occasioni, era simile ad un disco argenteo e luminoso che roteava su se stesso lanciando all’intorno fasci di luce multicolore.
Difficile esprimere unāopinione sulla vicenda di Capovilla, dāimpeto la prima reazione ĆØ naturalmente il rifiuto della veridicitĆ del racconto. PerĆ² come giustificare uno āscivoloneā di questa portata da parte di un personaggio cosƬ di spicco allāinterno della Chiesa? Ironicamente si potrebbe controbattere che lāintera fede Cattolica (la fede religiosa in generale, in realtĆ ) si basa su una serie di fatti miracolosi e non verificabili scientificamente, ma sappiamo bene quanto sia impossibile mettere sullo stesso piano le due cose.
Quali sono le mie conclusioni? Nessuna, mi limito a riportare fatti e testimonianze.
Ma le opzioni possibili, alla fin fine, sono due:
- Giovanni Papa XXIII e il suo segretario hanno incontrato un alieno nei Giardini Pontifici di Castel Gandolfo nel luglio del 1961;
- Monsignor Capovilla, che per 10 anni ĆØ stato assistente personale e influente amico di uno degli uomini piĆ¹ potenti del mondo, Beato Giovanni XXIII, passato alla storia per aver contribuito nel 1962 al superamento della crisi di Cuba sventando cosƬ la guerra nucleare fra Stati Uniti e l’Unione Sovietica, era completamente pazzo.
In entrambi i casi si tratta di una storia incredibile.
Alessandra
Fonti e risorse per approfondimento:
- Ufo e Extraterrestri; Roberto Pinotti (2011)
- https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Fermi
- https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_filtro
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ondata_di_avvistamenti_dell%27autunno_1954
- https://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/112q0
- https://www.eurocomunicazione.com/2016/06/04/morto-mons-capovilla-fu-testimone-dellincontro-papa-giovanni-xxiii-gli-alieni/8a1.html
- https://www.silverland.info/ufo-e-la-chiesa/papa-giovanni-xxiii-incontr%C3%B2-un-alieno/
- http://www.il-galileo.eu/n75/Bricchi.html
200 miliardi di galassie per 12 mila civiltĆ (circa) ? Mi serve una dashboard in Data Studio. Comunque molto interessante! DovrĆ² rileggerlo ancora perchĆØ ĆØ denso di fatti e spiegazioni che mi incuriosiscono š Ma la vera domanda ĆØ quanti libri leggi al giorno tu?
Da domani – per me – sarai “la Wiki”.
Grazie Eleeeeee ā¤ļø
Pingback: Un papa spaziale | Avanti
Secondo me, son tutte strunzate.
Che ci siano o no, non cambia nulla, visto che non si fanno volontariamente vedere e non mi pagano per far la differenza.
Pingback: Papa Giovanni XXIII, gli alieni e la Specola Vaticana | Nemora