Lo speco di San Michele Arcangelo (Nemi) – Pt.1

 

Il sentiero fantasma

“Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come un leone affamato cerca prede.”
[dalla prima lettera di Pietro Apostolo, dipinta sulle pareti dello speco]

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Speco di San Michele Arcangelo, Nemi

Lo speco – o romitorio, o eremo – di San Michele Arcangelo è una delle tante perle che Nemi nasconde.
Le bellezze di questo paesino sono tanto affascinanti quanto abilmente occultate. Se cercherete segnaletica, non la troverete. Se domanderete informazioni, nessuno saprà darvele. Se anche trovaste l’imbocco giusto del sentiero, non è detto che questo sia praticabile. Sembra quasi che certi siti siano protetti da una forza antica, che li vuole irraggiungibili e selvaggi, ma integri. Ci sono tracce sparse che suggeriscono l’esistenza del “Sentiero San Michele”, tuttavia, se si seguono alla lettera le indicazioni, ci si trova presso il giardino pubblico dalla vista mozzafiato e nulla più. Alcune fonti sostengono sia possibile raggiungere il romitorio passando per un sentiero “da capre” che si diramava da qui. Forse questa possibilità esisteva in un tempo passato, oramai non è rimasta alcuna traccia di questo passaggio. Sembra, inoltre, che fino a qualche decennio fa vi fosse una scala in ferro che dai giardini scendesse all’eremo, crollata e mai recuperata. Questa informazione mi è stata trasmessa oralmente da un anziano del luogo, l’ipotesi è anche suffragata da alcune lamiere metalliche che si trovano lungo il costone.

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Sentiero San Michele, Nemi

Giungere all’imbocco del sentiero che conduce allo speco di San Michele è, in realtà, semplice: basta attraversare il centro cittadino, superare l’arco che si trova oltre la fontana della Medusa e proseguire per la strada in discesa che porta al lago. Dopo poche centinaia di metri ci si ritrova, sulla sinistra, un segnale in legno diroccato e da lì parte lo stretto sentiero.
Purtroppo il luogo è lasciato in balia della flora e non è raro trovarlo invaso dai rovi e letteralmente impraticabile. Fortunatamente, gruppi di volontari si organizzano per sgombrarlo di tanto in tanto. Imboccandolo e percorrendolo per pochi metri si nota lo stato di totale abbandono in cui versa: il terreno è sdrucciolevole, il lastricato discontinuo, le staccionate intermittenti. Per gli amanti del trekking e dell’avventura consiste in un’ottima opportunità di divertimento, per chi è meno incline a passeggiate “movimentate” non rappresenta sicuramente il percorso ideale, tenendo anche presente che il grado di difficoltà aumenta procedendo verso l’eremo.

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Galleria filtrante, Sentiero San Michele, Nemi

Andando avanti ci si imbatte prima in un abbeveratoio e, al tornante successivo, in un cunicolo. Quest’ultimo è chiuso da un muretto dell’altezza di poco meno di un metro, scavalcandolo ci si ritrova in un tunnel alto a sufficienza per poterlo percorrere comodamente in posizione eretta.
La sua struttura assomiglia a quella dell’Emissario del lago di Nemi (risalente al VI a.C.) e a una cavità analoga che si trova nei pressi di Fontana Tempesta, lungo la via Francigena del Sud, nella porzione che transita per Nemi. Il tunnel rappresenta un antichissimo condotto per la gestione delle acque, potrebbe risalire persino all’epoca preromana ed essere coevo dell’emissario stesso. Dalle fonti risulta percorribile per diverse centinaia di metri e si interseca con altri cunicoli. Personalmente mi sono ripromessa di esplorarlo più a fondo, nel caso in cui voleste gettarvi voi stessi nell’impresa è giusto avvisarvi fin da subito che questi ambienti sono infestati da animaletti noti come grilli di grotta i quali, se illuminati, hanno la tendenza a saltare nella direzione verso cui proviene la luce. Sono completamente innocui, tuttavia potrebbero essere scambiati per grossi ragni e farvi prendere un bello spavento nel caso in cui siate sensibili alla vista degli insetti.

Terminata questa breve divagazione, torniamo sul sentiero verso lo speco di San Michele.
Proseguendo oltre, bisogna superare sulla destra un casottino moderno con finalità connesse al rifornimento idrico e sulla sinistra una serie di mura sulle quali si trova una porticina arrugginita assicurata con un lucchetto. A questo punto si può notare che, nei pressi di un grande albero di fichi sul lato sinistro della strada, si inerpica vero l’alto un sentiero angusto.

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Sentiero San Michele, Nemi

Bisogna arrampicarsi e scacciare la vegetazione per poi ritrovarsi su una stradina ripidissima che si tuffa nel verde. Il sentiero è altamente scivoloso e sdrucciolevole, l’unico appiglio è rappresentato da una lunga fune alla quale è necessario aggrapparsi per procedere evitando di rotolare giù al punto di partenza.
Proseguendo con attenzione, in capo a un quarto d’ora si giunge presso delle grotte artificiai, che fanno presagire l’avvicinarsi a un antico insediamento. Da questo momento in poi scompaiono anche le corde e il sentiero si fonde con il fitto fogliame, l’unico indizio della direzione da seguire è deducibile dalla vegetazione che sembra modellarsi per fornire lo sapazio vitale necessario al passaggio.
Oltrepassando un ammasso roccioso, ci si trova infine davanti all’ingresso dello speco di San Michele Arcangelo, incastonato nella roccia lavica.

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Entrata eremo San Michele, Nemi.

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Nemora,
Alessandra

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