Ex Vite Vita sulla Via Sacra

 

Nemora, Carmen Et Saltatio, Via Sacra, lago di Nemi
Progetto Carmen et Saltatio. Ph: Merionj Barbieri. Fonte: danzaroma.org

Sono la tua freccia d’argento,
scagliami fra le ali del vento. [..] 

Lo specchio di Diana“, Neriene.

In occasione dell’equinozio di autunno, domenica 27 settembre 2014, il Mercato Contadino dei Castelli Romani -presso l’ultimo tratto aricino della Via Sacra– ha ospitato la performance Ex Vite Vita, a cura dell’Associazione Culturale Orchestés.
Questo evento, così come il precedente Terra Mater in onore del solstizio d’estate, è consistito nella celebrazione dell’importante momento cosmico attraverso danze sacre indiane e declamazioni dedicate agli dèi della tradizione greco-romana e latina.

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Ex Vite Vita: declamazione di poesie sui temi classici e danze sacre indiane.

Sul basolato romano Via Sacra hanno preso vita, ancora una volta, le danze indiane eseguite da Marialuisa Sales e le poesie di Neriene, ispirate all’antichità classica.

Le danze sacre rappresentate in questa occasione appartengono allo stile Odissi, codificato nella regione bengalese dell’Orissa, la quale si affaccia sull’Oceano Indiano.

Nella prima parte della danza viene invocato il dio Shiva assieme alla sua consorte Parvati. Shiva viene richiamato, in questo tempo di vendemmia, per la sua affinità con il nostrano Dioniso/Bacco, con il quale condivide l’attributo di signore del vino e della bellezza. La dea Parvati è, invece, classicamente associata allo specchio e l’artista la rappresenta nella gestualità mimando questo attributo con la sua mano e fissando il palmo come nell’atto di specchiarsi.

Nemora, Castelli Romani
Danza in onore del dio Shiva

A seguire, Neriene ha declamato due poesie scritte di suo pugno, in onore di Dioniso e Diana.
Dioniso viene cantato nella sua massima espressione di signore del vino, dell’ebbrezza estatica, dio del piacere, della libertà e della spensieratezza.
Diana, invece, è chiamata in veste di signora del lago, cacciatrice e regina delle foreste, in associazione al forte legame che il territorio dei Castelli Romani ha avuto -sin da epoche remotissime- con il culto di questa divinità boschiva.

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Poesie in onore di Dioniso e Diana

La performance è stata chiusa da un’altra danza indiana sulla base di un testo in sanscrito del grande filosofo induista Adi Shankara, vissuto in India a cavallo fra l’VIII e il IX secolo d.C. Lo studioso esalta la bellezza del dio Shiva, descrivendolo vestito di serpenti, accompagnato dalla sua dea Parvati, adornato del sole e della luna. Da egli fluisce il Gange, il fiume più sacro in assoluto per gli induisti, e gli viene conferito l’attributo di Shiva “Shankara”, ovvero colui che è di buon auspicio.

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Danze sacre indiane nello stile Odissi

Ex Vite Vita: dalla vite, la vita.

Così in oriente come nella civiltà classica.
In questa splendida iniziativa India e tradizione autoctona si sono unite nello stesso contesto, per dimostrare che l’osservazione dei medesimi fenomeni ha assunto, nel tempo e nello spazio, espressioni dalla forma variegata ma dai contenuti affini.
Le distanze geografiche e i millenni si annullano per fondersi in un’unica entità: la meraviglia dell’umanità intera nei confronti della natura e della bellezza.

Per ulteriori informazioni sul progetto Carmen et Saltatio, sulle due artiste e per leggere per intero le liriche citate nell’articolo, potete visitare rispettivamente i blog di Marialuisa SalesNeriene.

Om namah Shivaya, om namah Shivaya…

Nemora,
Alessandra

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