La Pentima della Vecchiaccia: la strega, le voci e l’apologia del suicidio

 

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La Pentima della Vecchiaccia

Per trovare questo luogo ho dovuto perdermi.
Ho trascorso mesi cercando di reperire invano informazioni su come arrivare in questo angolo nascosto fra i boschi e alla fine mi ero arresa.
Domenica scorsa ero intenzionata a raggiungere il romitorio di Sant’Angelo in Lacu, di cui parlerò prossimamente. Sono partita dal sentiero che sbuca su strada davanti al convento dei frati cappuccini di Ariccia, ma dopo pochi chilometri ho imboccato la diramazione sbagliata per poi ritrovarmi improvvisamente davanti a questo spettacolo meraviglioso.
Così ho capito di essere giunta, involontariamente, proprio alla Pentima della Vecchiaccia.

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Veduta del lago di Castel Gandolfo dalla Pentima.

Pentima” ha il significato di “rupe” e deriva dal latino “pentoma“, ovvero “masso roccioso“.
E’ proprio di questo che si tratta: uno sperone di roccia che spicca fra le vegetazione, offrendo una vista mozzafiato.

Questo posto ha una storia molto particolare.
La leggenda narra che anticamente un’anziana signora accusata di stregoneria si sia suicidata gettandosi da questo precipizio, pare che ancora oggi si possa sentire la sua voce chiamare dal basso invitando i visitatori a buttarsi a loro volta.

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Sentiero che conduce alla Pentima della Vecchiaccia.

Nei pressi della Pentima spesso si trovano scritte blasfememisteriosi simboli disegnati sulle rocce, di fatti sembra che questo luogo abbia rappresentato di frequente il setting per rituali di natura satanica. Si racconta di luci in processione notturna avvistate qui da osservatori presenti sull’altra sponda del lago di Castel Gandolfo.
Le persone che si trovano a transitare per la Pentima narrano di essere colti dalle emozioni più varie, dal terrore fino all’angoscia del sublime, passando per un senso di “apologia del suicidio“, pensando che se un giorno si dovesse prendere la decisione di compiere l’estremo gesto, sicuramente quella rupe sarebbe il posto più idoneo in cui farlo.

Vi sono testimonianze, inoltre, di escursionisti che si sono ritrovati alle prese con un comportamento particolare da parte dei propri cani, pare infatti che questi si siano rifiutati di proseguire sul tratto in questione, abbaiando intensamente e fissando verso lo strapiombo.

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Simbolo rinvenuto sulle rocce della Pentima della Vecchiaccia. Fonte immagine: www.pictures.mymapsof.com

Il sentiero sicuramente non è consigliabile a chi soffre di vertigini: il tratto calpestabile non è molto spazioso e il dislivello è notevole.
Tuttavia, se si ha l’ardire di continuare, si è premiati dalla vista più bella che si possa avere del lago di Albano.
L’occhio spazia libero abbracciando l’intero perimetro del cratere vulcanico, per poi proseguire oltre, verso Roma, per raggiungendo infine il Mar TirrenoE’ uno scenario magnetico, vien voglia di sedersi su di una roccia, immersi nel silenzio, ad osservare l’avvicendarsi della luce con la notte e il mutare delle stagioni, giorno dopo giorno, fino alla fine del mondo.

Nemora,
Alessandra

Importante fonte di informazione per la stesura dell’articolo è stato il seguente intervento sul forum Fantasmitalia, per leggerlo clicca qui.

Nemora,
Alessandra

2 commenti su “La Pentima della Vecchiaccia: la strega, le voci e l’apologia del suicidio”

  1. In realtà non avevi sbagliato strada: eri sul sentiero più rapido e diretto per raggiungere l’eremo, dovevi solo continuare diritta! (ovviamente facendo un minimo di attenzione all’ultimo tratto della pentima, in cui le rocce sporgenti rendono il passaggio un po’ esposto).
    Ciao

  2. Il sentiero è segnalato nelle mappe del parco. Quello che non è opportunamente segnalato è che questa zona è interdetta al pubblico a causa del rischio di nuove frane.
    Poi per essere più precisi il convento dei Cappuccini è nel comune di Albano e non di Ariccia, mentre il Lago di Albano non esiste.
    C’è il Lago Albano. Molti, erroneamente, scambiano il nome con l’appartenenza al comune omonimo.
    Il Lago Albano lambisce ben 5 comuni, quindi va da se che non lo si possa attribuire a nessuno di essi. Se poi proprio lo si vuol dare a qualcuno la parte più consistente e significativa del suo margine appartiene a Caste Gandolfo.
    Saluti, PG

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