L’inverno non esiste.
Non come stagione, non come lo intendiamo noi. La realtà è che l’inverno dura soltanto tre giorni.
Associamo la primavera con la rinascita, l’estate con il pieno splendore del sole, l’autunno con la maestosa malinconia di una natura in via di avvizzimento e l’inverno con la morte. Questa concezione deriva da un’immediata e diretta osservazione di ciò che è al momento.
Tuttavia, quello che sperimentiamo è la semplice risultante di meccanismi che -dietro le quinte astronomiche- si azionano molto tempo prima che ne siano visibili gli esiti.
La stagionalità è scandita da equinozi e solstizi, dall’andamento che il moto del sole compie intorno al nostro pianeta. Osservare e comprendere il percorso che la stella a noi più prossima compie, permette di vivere e celebrare le mutazioni della natura e il divenire incessante e ciclico della Terra.
Solstizio d’Inverno
Il Solstizio d’Inverno cade ogni anno fra il 21 e il 22 Dicembre.
In questa data il sole raggiunge la minima elevazione rispetto all’inclinazione terreste, in sostanza hanno luogo il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno. Tradizionalmente, ha inizio l’inverno.
Una delle nozioni più comuni è che il sole sorga a Oriente e tramonti a Occidente, in realtà questa asserzione corrisponde a verità solo ed esclusivamente nei giorni dell’Equinozio di Primavera e d’Autunno. Il perfetto allineamento con l’Est e l’Ovest viene perso sin da subito e il sole, a ogni alba e tramonto, “cammina” lungo l’orizzonte di una passo alla volta ogni giorno regalando sfumature, luci e colori sempre diversi.
A seguito dell’Equinozio d’Autunno, nell’osservazione costante, si nota chiaramente come, giorno dopo giorno, il Sole cominci a sorgere e a tramontare sempre più verso Sud e quindi lo si vede nascere sempre più verso “destra” e inabissarsi ogni volta più a “sinistra” dell’orizzonte. Si perde esattamente un minuto di luce al giorno a ogni tramonto.
Il Solstizio Invernale segna il culmine di questo processo, in quanto l’astro raggiunge la massima posizione occupabile a Sud.
Ciò che accade successivamente è un avvenimento straordinario: il sole inverte il suo percorso. Gradualmente riprende il cammino verso Nord, per ritrovarsi ad occupare dopo tre mesi (a Marzo) la medesima posizione che occupava il 22 o il 23 Settembre precedente e dando origine all’Equinozio di Primavera.
Ma questa inversione non avviene a partire dal giorno successivo al Solstizio: devono prima trascorrere tre giorni.
Tre giorni in cui la Terra prosegue il suo viaggio nello spazio avvolta nel buio.
L’Invincibile Sole
Tre giorni in cui il Sole resta immobile sullo zenith.
Sorge e tramonta sempre nello stesso punto e la tenebra prevale sulla luce. Sembra morto, sconfitto dal gelo e stretto fra le spire di queste infinite notti cosmiche. Ma si tratta solo di una morte apparente.
L’alba del 25 Dicembre il sole si sbriglia dal giogo in cui era rimasto impigliato e regala nuova luce: da questo momento in poi le giornate saranno sempre più lunghe e la luce conquisterà un minuto di vantaggio sulla notte ogni giorno.
In sostanza, il Solstizio d’Inverno non rappresenta l’inizio dell’inverno: è il suo culmine.
Le culture del passato ne erano consapevoli e questo accadimento straordinario veniva -e viene, benché in forma diversa- celebrato in ogni angolo del mondo. Troviamo culti e festività per celebrare la resurrezione del Sole dovunque e in qualsiasi epoca storica.
Pensiamo al Sol Invictus dei romani, allo Yule delle popolazioni nordiche, allo Yalda del mitraismo, al Dongzhi cinese, alle opere monumentali solstiziali quali Stonehenge (ma anche tante piccole perle megalitiche nei Castelli Romani) e -seppur in forma più sofisticata- allo Hanukkah ebraico e al Natale cristiano.
Le diverse religioni hanno apposto il loro marchio e assegnato la propria interpretazione a questo meraviglioso avvenimento celeste, ma il significato ancestrale rimane il medesimo: il ritorno della luce.
Al di là della propria fede o del proprio ateismo, i ritmi cosmici restano un Credo universale e una vera certezza cui appigliarsi senza rischi di rimanere delusi. Compartecipare al senso intimo del tramonto e dell’alba, degli equinozi e dei solstizi, abbracciare il Sole e celebrare i suoi cicli di rinascita.
È tutto magnificamente reale, concreto e altrettanto suggestivo: senza necessità di aggiungere speculazioni di stampo spirituale, senza cercare di aggiungere vita alla vita.
L’inverno. L’inverno autentico, quello che porta con sé le tenebre e il silenzio, dura solo tre giorni.
Poi è già primavera.
Alessandra di Nemora
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Fotografie – n°1: Tramonto dall’ex convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo (Rocca di Papa); n°2: Via Sacra (Monte Cavo), la stele con incisione latina recita “Nel passare di qui, non dimenticare di lasciare una preghiera”.
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Naturalmente metereopatici? Inevitabile probabilmente. Natale e Chanuccah cadono in questo periodo che un tempo era di riti pagani. Recuperare questa consapevolezza potrebbe aiutarci. Grazie Alessandra!